
E mi è piaciuto. Dalla scelta narrativa di utilizzare l'impianto diaristico alla scelta delle protagoniste, dei luoghi dei loro incontri e dei "vicini di casa" ... fino alle citazioni filosofiche e letterarie. Non è complesso, anche perché non tutti i libri devono necessariamente essere complessi.
Anzi, l'ho trovato semplice nella sua eleganza.
Anzi, l'ho trovato semplice nella sua eleganza.
Una portinaia, Renée Michel, non è una comune portinaia, come una bambina di dodici, Paloma Josse, non è una semplice bambina.
Renée è intellettualmente attiva e colta (dalla filosofia al cinema, dalla letteratura alla cultura giapponese), sebbene faccia di tutto per nascondere la propria intelligenza.
Forse il mio gatto, che al momento colgo come un quadrupede obeso con baffi vibranti e che nella mia mente sistemo nella casella etichettata "gatto", è in verità e nella sua stessa essenza un'appiccicosa palla verde che non fa miao. Ma i miei sensi sono conformati in modo tale che non mi appaia questo, e che l'immondo ammasso di colla verde, ingannando il mio disgusto e la mia ingenua fiducia, si presenti alla mia coscienza nelle sembianze di un animale domestico ingordo e setoso.
Ecco l'idealismo kantiano.
(pp. 52 - 53)
Paloma è un piccolo e minuzioso giudice dell'Umanità che lotta contro una famiglia ricca (soprattutto contro la mamma, perfettamente tratteggiata) che lei stessa non riesce a capire e contro la mediocrità dei suoi vicini. Per questo ha pianificato di suicidarsi con i barbiturici il giorno del suo compleanno e di dare fuoco all'appartamento per cancellare ogni sua traccia.

(p. 16)
Dovevano incontrarsi e dovevano capirsi reciprocamente attraverso momenti di lettura, di conversazione e di silenzi. Le anime simili, però, non sempre si incontrano e si capiscono immediatamente, spesso necessitano di un catalizzatore che possa farle reagire assieme.
La camelia sul muschio del tempio, il violetto dei monti di Kyoto, una tazza di porcellana blu, questo dischiudersi della bellezza pura nel cuore delle passioni effimere non è ciò a cui aspiriamo tutti? E che noi, Civiltà occidentali, non sappiamo raggiungere?
La contemplazione dell'eternità nel movimento stesso della vita.
(p. 94)
Si
tratta del giapponese Kakuro Ozu che,
con estrema semplicità e modi naturali nel comportamento, rianimerà
sentimentalmente Renée e illuminerà Paloma facendole capire qualcosa in più
sulla vita.

Ecco a cosa serve il futuro: a costruire il presente con veri progetti di vita.
(pp. 123 - 124)
Non ho esattamente un pensiero profondo al riguardo. E poi come si fa a pensare qualcosa di profondo quando la tua anima gemella giace nel frigorifero dell'ospedale? [...]
mi dico che forse in fondo la vita è così: molta disperazione, ma anche qualche istante di bellezza dove il tempo non è più lo stesso. [...]
Sì, è proprio così, un sempre nel mai. [...]
andrò alla ricerca de sempre nel mai.
La bellezza, qui, in questo mondo.
(pp. 318 - 319)
Due
video vi presento. Il primo è una brevissima intervista a Muriel Barbery, il
secondo è il trailer del film. Entrambe sono in francese ... lingua
estremamente elegante!
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