sabato 20 aprile 2013

Gioco di frazioni euforiche: Miele di Ian McEwan

Miele. Comprato a Pisa in una libreria stracolma di libri. Tenuto incelofanato fino alla fine! 

Aspettative sul libro: TANTISSIME! Dopo aver letto Sabato ... wow ... per me McEwan entrò subito nella classifica dei miei preferiti. Le cose, però, sono andate diversamente. 

Inizio a leggere il libro durante i primi giorni di marzo. Avevo appena concluso La regina dei draghi di George R.R. Martin e volevo staccare un po' con la lettura di romanzi epico-fantasy con un qualcosa di diverso. Emerge, dunque, dalla colonna babelica dei "libri ancora da leggere" proprio Miele. 

L'ho iniziato e, come accade spesso, è un po' difficile carburare subito un certo ritmo di lettura legato al crearsi dell'interesse verso la trama raccontata. E' fisiologico. Qualche paginetta al giorno e pian piano la vita della protagonista è emersa. 

Mentre questa, però, emergeva non sentivo alcun impulso ad andare avanti. Procedevo per inerzia ... ovvero col portarmi dietro il libro ovunque, pensando che, se avessi avuto il giusto tempo e il giusto spazio, avrei ingranato la quinta ... o almeno la terza! Nulla da fare. Nonostante io leggessi sempre qualche paginetta ogni giorno e nonostante io venissi a conoscenza del progetto di spionaggio Miele e di come la protagonista, Serena, si stesse interessando alla lettura di una serie di racconti di Tom, non c'era alcuna spinta propulsiva

Tra me e me pensavo: sono stufa di leggere le storie raccontate da Tom? Quanti aneddoti? Un romanzo nel romanzo? Dove porta tutto questo? Insomma, pensando che avrei sempre e solo letto dei riassunti dei racconti di Tom, io non volevo andare avanti con la lettura

E non è stata la storia d'amore nata tra l'agente Serena e il romanziere Tom a modificare il mio stato disforico in euforico. E poi, perché Miele? Sapevo che "Miele" era il nome in codice dell'operazione di reclutamento di intellettuali da parte di una serie di agenti-facenti-le-parti-di-una-sorta-di-mecenate per assoldarli alla causa dell'Occidente. Ma la mia lettura non cambiava la sua capacità!

E alla fine arrivai ai 2/3 del libro circa. Da lì in poi, improvvisamente, una caduta libera! La storia comincia a farsi più avvincente e anche il ritmo narrativo aumenta. Serena e Tom diventano sempre più amanti, Serena diventa la consigliera principale di Tom, una sorta di editor per lui, Tom vince un premio ... e in Serena pian piano cresce il desiderio di confessare il suo reale lavoro e la sua reale vita. Ma non lo fa ... e quando è pronta a farlo ... arriva il punto di svolta narrativo (prevedibile, ma è questo il bello!) ... Tom Haley sapeva già tutto. 

L'ultimo capitolo è costituito prevalentemente dalla lettera che Tom lascia a Serena sul tavolo della cucina nell'appartamento di Brighton dove nei week end si trovavano. Vi dico solo questo: gli ultimi cinque capitoli letti in un giorno! Nella lettera Tom racconta tutto: i suoi sentimenti, il suo stato d'animo quando è venuto a conoscenza della verità su Serena e di come questo è cambiato col passare del tempo. 

Dopo tutto, me lo dovevo aspettare McEwan è così! Anche con Sabato era successa la stessa cosa. La lettura è pazienza e per apprezzarla realmente bisogna prenderla lentamente ... ma dopo si va alla grande!

Non mi sono segnata alcuna citazione particolare, se non questa:

Lenzuola stirate, un privilegio sottovalutato dell'infanzia.
(p. 330)

Quanto è vero! Quanto bisogna essere pazienti nella vita!?! Almeno per 2/3 ;)

IAN McEWAN
Miele
Einaudi
2012
(euro 20,00)

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