Mi sono imbattuta in questo articolo, Amazon compra Goodreads. Lettori in vendita sulla rete (fonte: Corriere, autore: Alessia Rastelli, per un altro interessante articolo leggere qui) e mi è parso interessante riportarne alcune osservazioni.
Goodreads è una sorta di social network dedicato ai libri creato nel dicembre 2006 da Otis Chandler. La sua mission è:
Goodreads is the world’s largest site for readers and book recommendations. Our mission is to help people find and share books they love. Goodreads launched in January 2007.
In altre parole, gli utenti, dopo una registrazione gratuita, possono aggiungere ai loro profili libri letti o da leggere, condividendo recensioni, commenti, votazioni, dati sull'acquisto e sulla lettura, suggerimenti con altri utenti, creare gruppi e partecipare a discussioni.
In effetti, se provate a cercare su Google un certo libro, automaticamente uno dei primi link proveniente dall'indicizzazione è proprio quello di Goodreads. Non male, ne?
E' successo che Amazon, leader nel campo dell'e-commerce, abbia deciso di acquistare GoodReads e la domanda che ci si pone è la seguente: questo social network, entrando nella rete del commercio, perderà la sua purezza di piattaforma indipendente?
Scrive l'autrice dei due articoli.
Nati come spazi indipendenti in cui ciascun utente — dotato di profilo e scaffali virtuali — recensisce, consiglia e dialoga con gli altri iscritti, i social network dei libri stanno perdendo l’originaria «purezza», confrontandosi esplicitamente con il business. Certo, già in passato non sono mancate strategie per guadagnare: dalla pubblicità ai link che dalla community indirizzano agli store online.
La questione però è più sottile. Non è solo ed esclusivamente una question legata alla purezza: se si fa caso, già prima dell'ufficializzazione dell'acquisizione da parte di Amazon era possibile accedere all'acquisto on line tramite diversi on line store. In realtà:
la macroscopica acquisizione di Goodreads da parte di Amazon accende il dibattito — oltre che, ancora una volta, sulla posizione dominante del gruppo di Jeff Bezos — sull'attuale status dei social network dei libri. Reti, cioè, che sono riuscite ad aggregare e mettere in comunicazione centinaia di migliaia di appassionati alla lettura, che hanno assunto un ruolo nel sistema editoriale e un valore nel mercato ma che, al momento, non sembrano in grado di garantire da sole una sostenibilità economica sul lungo periodo (e, quindi, autonomia e neutralità).
I pareri sono discordanti. C'è chi ritiene:
But even if Goodreads succeeds in keeping a semblance of independence, the era of naively posting one’s preferences is over. We collectively were under the delusion that Goodreads was different than the data-mining machine that is Facebook, when in fact we’re all just data waiting to be harvested.
Amazon and Goodreads share a passion for reinventing reading. Goodreads has helped change how we discover and discuss books and, with Kindle, Amazon has helped expand reading around the world. In addition, both Amazon and Goodreads have helped thousands of authors reach a wider audience and make a better living at their craft. Together we intend to build many new ways to delight readers and authors alike.
Piacerà ancora GoodReads? Una cosa è certa: welcome to the Amazon family!
P.S. Ma siamo sempre e solo dei dati da raccogliere e da catalogare per il commercio?
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