Vorrei proporre per questa settimana non un incipit, bensì un componimento che chiude una sezione. In particolare vorrei proporre la poesia Commiato di Giuseppe Ungaretti posta a chiusura della sezione Il porto sepolto.
Si tratta di una poesia dedicata al primo stampatore di Porto Sepolto (Ettore Serra) e include una particolare dichiarazione di poetica.
Gentile
Ettore Serra
poesia
è il mondo l'umanità
la propria vita
fioriti dalla parola
la limpida meraviglia
di un delirante fermento
Quando trovo
in questo mio silenzio
una parola
scavata è nella mia vita
come un abisso
(Locvizza il 2 ottobre 1916)
La poesia è il mondo, l'umanità, la vita di ciascuno è abbellita dalla parola. E' la meraviglia rasserenata derivata da una vitalità disordinata. Quando nel silenzio il poeta trova una parola, questa è come scavata nella sua vita come un abisso.
Penso che Ungaretti piaccia a quasi tutti coloro che l'hanno letto. E' quasi impossibile non trovare un aggancio personale, nonostante le differenti esperienze vissute, alle sue poesie.
La dichiarazione di poetica include due componenti:
- una prima componente umanistica e universalizzante nella prima strofa;
- una seconda componente lirico-soggettiva e individualizzante nella seconda strofa.
Questa doppia combinazione implica il fatto che la poesia è sia un momento di verità generale ("mondo" e "umanità"), sia di rivelazione personale ("mio silenzio", "mia vita"). La propria vita della prima strofa diventa, infatti, la mia vita nella seconda.
Inoltre, la poesia fornisce sia elementi legati alla chiarezza e allo stupore indotti dalla poesia, sia elementi carichi di una vitalità confusa e misteriosa dalla quale la poesia deve originarsi. Perché è con la poesia che la parola diventa carica di senso anche nel silenzio. La singola parola, quella che forma da sola un verso, quella che è separata dallo spazio bianco ... come se emergesse da un abisso.
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