venerdì 21 dicembre 2012

La metamorfosi, ovvero il cambiamento e la difficoltà di comunicarlo e viverlo

La metamorfosi di Franz Kafka: un testo relativamente corto, ma molto intenso. 

E' molto forte il modo in cui viene descritto il cambiamento di Gregor. E, assieme, a tale personaggio, apprezzo anche la scelta narrativa della sorella: da unico membro comprensivo della famiglia diventa, alla fine, una figura con una razionale visione sul da farsi. 

Vi propongo alcune mie riflessioni.

In primo luogo, il risveglio di Gregor. 

Mentre un mattino Gregor Samsa si veniva svegliando da sogni agitati, nel proprio letto egli si trovò mutato in un insetto mostruoso. Poggiava supino su di una schiena dura come una corazza e, se levava un poco il capo, vedeva convesso, bruno, diviso in nervature arcuate il suo addome, sulla cui eminenza la coperta, in punto di scivolar giù tutta quanta, riusciva a malapena a mantenersi. Le numerose gambe, pietosamente esili in confronto alla sua complessione, gli si agitavano dinanzi gli occhi in un insensato tremolio. 
(p. 53)

Da queste prime righe si può comprendere come ci sia una forte connessione tra il fisico cambiato di Gregor e il pensiero umano: con tale descrizione "ancora umana", l'autore vuole far emergere la tipologia della trasformazione e l'ansia che pian piano cresce in Gregor. Ansia, per esempio, di essere assillato dallo scorrere del tempo e dagli inviti ad alzarsi da parte dei familiari. Ansia per i continui fallimenti nei tentativi di comunicazione tra Gregor e il padre, la madre e la sorella. 

Perché, in effetti, la trasformazione immotivata in insetto produce un ulteriore cambiamento in Gregor: con uno sguardo diverso, deve rivolgersi alla realtà circostante e con una sempre più maggiore consapevolezza, scopre le difficoltà della comunicazione

Ed è soprattutto il padre a essere una figura molto importante: l'odio e la vergogna verso la metamorfosi del figlio rendono il padre, agli occhi di Gregor, una figura titanica. Ritorna forte, un qualcosa simile a una divinità e ogni sua decisione acquista l'imperiosità di un comandamento divino. Il figlio, a questo punto, non può che assecondarne la volontà e cedere, terribilmente immobile, all'esecuzione della condanna. 

"Cari genitori", disse la sorella, e picchiò la mano sulla tavola a guisa di preludio, "così non si va avanti. Voi forse non ve ne rendete conto, ma io sì. Non pronuncerò il nome di mio fratello di fronte a questa bestiaccia, e perciò vi dico semplicemente: dobbiamo far di tutto per liberarcene. Abbiamo tentato il tentabile per sopportarlo, per assisterlo; credo quindi che nessuno abbia il diritto di rivolgerci il benché minimo biasimo"
(p. 159)

Incrementa la mancanza di comunicazione: la famiglia ritiene che lui, quella cosa, non capisca loro. Contemporaneamente, Gregor perde l'uso della parola.

E' come se, il cambiamento di Gregor aumenti con la difficoltà di comunicazione.
E' come se, più la famiglia non riconosce nell'insetto il loro Gregor, più lui automaticamente diventa insetto. 

In quest'ottica, la sua morte è sacrificale ed è un altro cambiamento. Tutti potranno essere più sollevati in quest'ultimo atto estremo in cui Gregor compie il viaggio verso un altra trasformazione, quella biologica, che lo porterà nuovamente all'interno del ciclo della materia

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