giovedì 28 febbraio 2013

Nel paese delle creature selvagge

Non so bene per quale motivo e per quale strada, ma sono casualmente capitata nella pagina di Wikipedia di Nel paese dei mostri selvaggi. Si tratta di un romanzo per ragazzi scritto da Maurice Sendak, scrittore e illustratore americano. 

Consiglio di leggere la storia di questo autore ... è estremamente interessante (Maurice Sendak).

Anche se non l'ho ancora letto, penso che a partire da quanto dedotto dalle recensioni questo possa essere un buon testo di lettura per i miei nipoti

In breve: è la storia di un bambino che, dopo aver fatto i capricci, viene messo in castigo nella sua stanza e decide di scappare verso il luogo che dà il titolo al libro. 

Dai quante volte è capitato a voi, in maniera più o meno simile, di immaginare un paese fantastico in cui essere un "re"???

Nel 2009 ne hanno ricavato un film, di cui io assolutamente non sapevo nulla. O meglio, mi ricordo vagamente del trailer, ma assolutamente non avevo collegato il film con il libro.


Voi l'avete già letto? Cosa ne pensate?

Io credo che ci farò un pensierino su.

martedì 26 febbraio 2013

Noi siamo come leggiamo (?) - parte I

Ho letto questo articolo (Is Google Making Us Stupid?, scritto da Nicholas Carr) e vorrei riportarvi alcune osservazioni facendo riferimento alla questione della lettura on line. 

I'm not thinking the way I used to think
Giustamente l'autore propone alcuni suoi dubbi sulla modalità di pensiero e su come questa è mutata con l'avvento del web. Scrive: 

I'm not thinking the way I used to think. I can feel it most strongly when I'm reading. Immersing myself in a book or a lengthy article used to be easy. My mind would get caught up in the narrative or the turns of the argument, and I’d spend hours strolling through long stretches of prose. That’s rarely the case anymore.

Il livello di concentrazione spesso cala dopo due o tre pagine: si diventa più irritabili, si perde il filo e, quando inizia questo stato emotivo, spesso si salta a fare qualcosa d'altro sul web. E' come se la lettura profonda che si possedeva con i testi cartacei, non possa essere applicata nei testi digitali. 

I can't read War and Peace anymore
Ora, questo non significa demonizzare il web. Tutt'altro. Significa porre un'attenta riflessione su quali sono gli effetti del web sul nostro modo di pensare

Le ricerche on line, l'interconnessione con più persone e la velocità delle comunicazioni sono solo in parte gli effetti positivi, ma: 

The more they use the Web, the more they have to fight to stay focused on long pieces of writing.
[...]
I can’t read War and Peace  anymore,” he admitted. “I’ve lost the ability to do that. Even a blog post of more than three or four paragraphs is too much to absorb. I skim it.”

I media e il modo di pensare e la forma di letturialità
Il fatto è che bisogna ricordarsi che i media non sono solo passivi canali di informazioni, bensì suppliscono a una serie azioni fisiche e non fisiche, tra cui anche il pensare: in un certo senso condividono il processo del pensare. Ecco perché coloro che leggono testi digitali, non lo fanno nel modo tradizionale. Ci sono nuove forme di letturialità

Si tratta di una letturialità che muta sia quantitativamente sia qualitativamente:
  • quantitativamente, noi leggiamo di più rispetto a quanto si faceva negli anni '70 e '80;
  • qualitativamente, noi abbiamo acquisito un certo livello di efficienza e di immediatezza con il web e, come contro altare, siamo più distratti e meno concentrati. 

Ma non è che leggendo on line, noi diventiamo "meno lettori" e "più decodificatori"? 


sabato 23 febbraio 2013

23 febbraio, classifica settimana 10 - 16 febbraio: mah? Rimango un po' perplessa


Non so, ma dalla lettura di queste classifiche non ne esco molto soddisfatta. Voi, cosa ne pensate?

IN ITALIA
Tutto Libri (a cura di Luciano Genta) - dati Nielsen BookScan - presentano la seguente graduatoria:
  1. Vendetta di sangue, Smith, Longanesi; 
  2. Fai bei sogni, Gramellini, Longanesi.
  3. Ogni angelo è tremendo, Tamaro, Bompiani;
  4. Gli onori di casa, Giménez Bartlett, Sellerio; 
  5. Entra nella mia vita, Sanchez, Garzanti;
  6. Cocaina, AA.VV., Einaudi;
  7. Cinquanta sfumature ..., James, Mondadori;
  8. Le signorine di Concarneau, Simenon, Adelphi;
  9. Il tuttomio, Camilleri, Mondadori; 
  10. Diario di una schiappa. Si salvi chi può, Kinney, Il Castoro.
Come si evince, non c'è sostanziale cambiamento a eccezione della rientrata in classifica della James e di quella di Simenon con un titolo alquanto interessante. La sinossi è qui

NEWS DAL MONDO
A livello americano (Publishersweekly), cambia nuovamente la situazione con:
  1. The Third Wheel (Diary of a Wimpy Kid, Book 7) di 
  2. Jeff Kinney (Amulet Books, 13,95 $);
  3. American Sniper: The Autobiography of the Most Lethal Sniper in U.S. Military History di Chris KyleScott McEwen Jim DeFelice (William Morrow & Co, 20.23 $);
  4. A Week in Winter di Maeve Binchy (Kindle Edition). 
Per l'Inghilterra (Bookseller), rimane invariata la prima posizione, mentre cambiano le successive, con un forte ritorno alla tematica della dieta:
  1. The fast diet. The secret of Intermittent Fasting. Lose Weight, Stay Healthy, Live Longer di Michael Mosley e Mimi Spencer (Short Books Ltd);
  2. The 2-Day Diet: Diet Two Days a Week. Eat Normally for Five di Dr. Michelle Harvie e Professor Tony Howell (Paperback, £10.99);
  3. Gone Girl: A Novel di Gillian Flynn (Crown, $25.00).
In Francia, con Livreshbdo, permane l'effetto sfumato con:
  1. Un sentiment plus fort que la peur di Marc Levy;
  2. Fifty shades, vol. 3 : Cinquante nuances plus claires di E.L. James;
  3. Fifty shades, vol. 1 : Cinquante nuances de Grey di E.L. James.
Infine, l'Internazionale pronome le seguenti selezioni:
  • Aisha Franz, Alien (fumetti); 
  • Egidia Benedetta Arrigoni, Il viaggio di Vittorio;
  • Grace McCleen, Il posto dei miracoli;
  • Jonathan Auxier, Peter Nimble e i suoi fantastici occhi;
  • Jonathan Lethem, L’estasi dell’influenza;
  • Mathias Énard, Parlami di battaglie, di re e di elefanti;
  • Michèle Halberstadt, La petite;
  • Tim Parks, Il sesso è vietato.
Nessun punteggio massimo, ma secondo la rubrica buono è il romanzo di Mathias Énard. Molto apprezzabile la copertina ... e dalla sinossi (qui), mi sembra interessante.

                La regina di spade: quarto volume di Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco

                Ammetto che per la lettura di questo libro ho impiegato molto più tempo. Sarà per il lavoro (?), sarà che alla sera seguo anche dei corsi on line e devo preparare del materiale extra ... sarà forse anche perché il George R.R. Martin narratore di battaglie e guerre mi è parso meno scorrevole ... sarà forse perché sapevo come si sarebbero concluse, narrativamente, le diverse storie in questo secondo grande capitolo

                Certamente, rimane il grande desiderio di continuare nella lettura dei prossimi volumi. Se avessi avuto il quinto libro sotto mano, giuro che l'avrei immediatamente iniziato. La questione è che non sono riuscita a trovarlo!

                Come detto prima, ho già visto la serie televisiva (seconda stagione) tratta dal terzo e quarto volume (che compongono il secondo grande capitolo) e posso dire che questa versione è abbastanza coerente con quella narrata dall'autore (la cui sinossi è qui). Però, facendo un paragone rispetto ai primi tre volumi, mi pare la meno coerente. E per questo mi sono segnata alcuni punti che non mi tornavano (è probabile che alcuni di questi mi siano sfuggiti nella versione televisiva o che la memoria ormai tenda a vacillare):
                1. la morte di Renly nel libro non viene esplicitamente narrata con la presenza fisica di Melisandre trasportata da Davos. Nel libro muore un'altra persona in questo modo (ovvero nel modo televisivo), mentre per Renly si vede solo il mostro fumoso che lo uccide. Una plausibile spiegazione potrebbe derivare dal fatto che la morte di Renly è narrata tramite il punto di vista di Catelyn e non di Davos;
                2. nel libro molto spazio è dedicato a Catelyn e alla sua permanenza al Delta delle Acque (la vittoria di suo fratello, la sofferenza di suo padre e la sua stessa sofferenza). In maniera particolare sembra che ,narrativamente, Catelyn sia stata resa attraverso la sua forte forza di coraggio, il suo senso del dovere (verso la famiglia di suo padre, verso la sua famiglia) e la religiosità;
                3. l'arrivo del ciclo a Sansa è narrato senza la presenza di Shae, la donna di Tyron, mentre nel libro non avviene in questo modo;
                4. prima di fuggire da Grande Inverno, Osha si sottomette fisicamente a Theon. Questo non viene specificato nel libro, anche se Theon ha sempre certi pensieri su di lei;
                5. dal punto di vista televisivo, manca tutta una parte legata al meta-lupo di Jon Snow, Spettro, che non si sente molto bene. Per questo punto, ammetto di non essere molto sicura ... per motivi di memoria;
                6. la cella dello Sterminatore di Re, Jamie Lannister, nel telefilm è all'interno del campo di Robb Stark, mentre nel libro è nelle segrete del palazzo del Delta delle Acque;
                7. a livello di telefilm, manca tutta una parte molto consistente della battaglia ad Approdo del Re che, a livello di libro, viene ben resa nel capitolo di Davos;
                8. nel libro, viene meno quel possente arrivo di Lord Tywin col cavallo giusto un attimo prima della scelta di Cesei di far bere o meno a suo figlio e a lei un sonnifero molto potente;
                9. a livello di libro, c'è tutta una parte dedicata ad Arya prima della sua fuga da Harrenhall. C'è, infatti, uno scambio ai vertici: non più Lord Tywin e nemmeno un suo alleato. Inoltre, e me ne sono dimenticata prima, la storia delle torture tramite topi e quella di Arya al servizio di Lord Tywin, a me non pare sia presente nel libro ... o almeno in modo non così rivelante come, invece, viene presentato nel telefilm!
                10. quando Tyron Lannister si risveglia, dopo essere stato colpito quasi mortalmente, si trova sia Verys l'Eunuco, sia Shae vicino al letto, mentre nel libro questo non è presente;
                11. Sansa, quando partecipa alla grande celebrazione nella sala del Trono di Spade della vittoria dei Lannister, incontra Ditocorto che le suggerisce una possibile via di fuga, mentre nel libro non è così;
                12. nel telefilm viene data minor importanza ai fratelli Reed, Meera e Jojen, figli di Howland Reed delle paludi fedele amico di Ned Stark. Mi pare che questa sia una mancanza relativamente grave, dal momento che è Jojen a predire e spiegare spesso l'uso e la funzione del terzo occhio;
                13. nel libro appare leggermente diversa la storia narrata tra Jon e Ygritte. Se non erro, manca tutta quella parte che nel telefilm li ritrae assieme e da soli;
                14. infine, nel telefilm apparivano finalmente gli Estranei che avanzavano, mentre nel libro non appaiono ancora.

                Ammetto però che c'è un elemento che mi è piaciuto assai ... i banchetti!

                IL MENU DI UNA FALSA SORELLA (CERSEI)
                Zuppa di castagne con crostini di pane abbrustolito
                Verdura condita con salsa di mele e pinoli
                Sformato di lampreda
                Prosciutto al miele
                Carote al burro
                Fagioli bianchi e pancetta affumicata
                Cigno arrosto con ripieno di funghi e ostriche

                IL MENU DELLE DONNE COMBATTENTI (CATELYN E BRIENNE)
                Trota avvolta in pancetta affumicata
                Insalata di rape verdi
                Finocchio rosso e rucola
                Piselli e cipolle con pane abbrustolito

                IL MENU DELLE DONNE SOTTO ASSEDIO (CERSEI E SANSA)
                Semplice brodo
                Insalata di mele, nocciole e uva passa
                Sformato di polpa di chele di granchio
                Arrosto di montone con lenticchie e carote in forme di pane tagliate a metà
                Formaggio di capra servito con mele al forno

                Non male, vero?

                GEORGE R. R. MARTIN
                La regina dei draghi
                Mondadori
                2012
                (10,00 euro)

                giovedì 21 febbraio 2013

                Questioni private e solenni gesti alla ricerca di significati universali

                Vorrei dedicare questo post a uno degli scrittori piemontesi considerato il maggiore narratore della Resistenza, Beppe Fenoglio

                Prima di prendere in considerazione l'incipit da me selezionato, vorrei soffermarmi un poco su questo autore. 

                Beppe Fenoglio è l'unico scrittore che rappresenti eroi "positivi" che, in un contesto bellico, non muoiono per un'ideologia politica. Il suo impegno è reale: è un impegno verso la vita stessa, intesa come dignità dell'esistere. A volte sembra di avere sotto mano i versi di Ungaretti. C'è in entrambe i casi un qualcosa di reale, ma nello scrittore albese, questo qualcosa di reale diventa privato
                La sfera del privato entra in quella della guerra: per una semplice, ma privata e personale questione privata d'amore, si può decidere di morire. L'eroe di Fenoglio, se così si può definire, muore per amore di una donna, e forse anche per un'amicizia, in un atto di estremo individualismo alla ricerca di una verità esistenziale. Esistenziale, non ideologica. Forse etica, ma non morale. 

                Una questione privata è un piccolo grande capolavoro

                La bocca socchiusa, le braccia abbandonate lungo i fianchi, Milton guardava la villa di Fulvia, solitaria sulla collina che degradava sulla città di Alba.
                Il cuore non gli batteva, anzi sembrava latitante dentro il suo corpo.
                Ecco i quattro ciliegi che fiancheggiavano il vialetto oltre il cancello appena accostato, ecco i due faggi che svettavano di molto oltre il tetto scuro e lucido. I muri erano sempre candidi, senza macchie né fumosità, non stinti dalle violente piogge degli ultimi giorni. Tutte le finestre erano chiuse, a catenella, visibilmente da lungo tempo.
                «Quando la rivedrò? Prima della fine della guerra è impossibile. Non è nemmeno augurabile. Ma il giorno stesso che la guerra finisce correrò a Torino a cercarla. È lontana da me esattamente quanto la nostra vittoria».
                Il suo compagno si avvicinava, pattinando sul fango fresco.
                Perché hai deviato? – domandò Ivan. – Perché ora ti sei fermato? Cosa guardi? Quella casa? Perché ti interessi a quella casa?
                Non la vedevo dal principio della guerra, e non la rivedrò più prima della fine. Abbi pazienza cinque minuti, Ivan.

                E' una costruzione letteraria cinematograficamente perfetta con un bel ritmo narrativo:
                1. alternanza personaggio e paesaggio.Si inizia con la fisicità misera di Milton per poi giungere a quello che sta facendo. Lo sguardo verte sulla villa e su Alba. Successivamente ritorna su Milton per poi, di nuovo, andare verso la villa e quello che ne è rimasto;
                2. alternanza temporale. Attraverso l'utilizzo anaforico di "ecco" e l'uso del tempo verbale dell'imperfetto, c'è, nella descrizione della villa di Fulvia, un non so che di eterno. Il passato ritorna nel presente ... e continuerà a farlo, perché ci sono aneddoti che non scompaiono dalla memoria;
                3. alternanza di battuta tra Milton e Ivan. Rileggete l'ultima battuta di Milton: è sincera, è nostalgica, è tragica ed è veramente umana. "Abbi pazienza cinque minuti, Ivan" ... è la villa della donna che amo. 

                Perché la guerra di Milton è una questione privata?
                Una questione privata è la storia del partigiano Milton. Brevemente, questo viene a sapere casualmente degli incontri che la ragazza da lui amata, Fulvia, ha avuto con Giorgio, un partigiano suo amico. Vuole allora scoprire cosa c'è stato fra i due e comincia a cercare Giorgio, che milita in un'altra formazione partigiana. Viene a sapere però che è stato fatto prigioniero dai fascisti; allora vorrebbe a sua volta prendere un fascista prigioniero per scambiarlo con l'amico, salvandogli così la vita. Ma il suo tentativo risulta vano perché è costretto a uccidere il soldato fascista appena catturato. Mentre cerca di tornare alla villa di Fulvia, viene sorpreso e ucciso.

                Calvino (1971) così commentava:

                E' costruito con la geometrica tensione d'un romanzo di follia amorosa e cavallereschi inseguimenti come l'Orlando Furioso, e nello stesso tempo c'è la Resistenza proprio com'era di dentro e di fuori, vera come era stata scritta, serbata per tanti anni nella memoria fedele, e con tutti i valori morali, tanto più forti quanto più impliciti, e la commozione e la furia. Ed è un libro assurdo, misterioso, in ciò che si insegue, si insegue per inseguire altro e quest'altro per inseguire altro ancora e non si arriva al vero perché ...

                C'è in Milton un esempio di passionalità e di generosità. Tutto in lui è assoluto, senza riserve, dall'amore per la ragazza che forse lo ha tradito al tentativo di salvate l'amico dalla fucilazione. 

                Tutto alla fine è una questione privata, ma questo tutto misterioso viene espresso con una certa  implicita solennità nei gesti. Come nell'epica, ogni dettaglio è inserito all'interno di un significato universale. 

                Vi riporto, infine, la conclusione:

                Correva, con gli occhi sgranati, vedendo pochissimo della terra e nulla del cielo. Era perfettamente conscio della solitudine, del silenzio, della pace, ma ancora correva, facilmente, irresistibilmente. Poi gli si parò davanti un bosco e Milton vi puntò dritto. Come entrò sotto gli alberi, questi parvero serrare e far muro e a un metro da quel muro crollò

                BEPPE FENOGLIO
                Una questione privata
                (assieme a "I ventitré giorni della città di Alba")
                Einaudi
                2000
                (18000 lire)

                Il piccolo principe ... lettura in corso di mio nipote

                So che il mio caro nipote sta leggendo il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry

                So che ha ricevuto questo libro come regalo di compleanno l'anno scorso ... e ne sono rimasta sorpresa, sia perché finalmente gli avevano regalato un libro, sia perché gli sta piacendo. 

                E' un racconto molto poetico, un'opera letteraria per ragazzi che affronta temi come il senso della vita, dell'amore e dell'amicizia. E' una forma di educazione sentimentale.

                Può piacere, ma anche non piacere ... può sembrare troppo semplice e banale, persino troppo borghese, ma  a mio nipote sta piacendo e questo mi fa piacere.  

                Ecco che, in attesa, di una sua opinione, interrompo la stesura del post e lascio qui sotto il video della lettura del testo.


                lunedì 18 febbraio 2013

                Questione di opinioni: ebook o non ebook ... o meglio, libri cartacei o digitali?

                Sto seguendo un corso a distanza su E-learning and Digital Culture (Coursera) e mi sto ponendo una serie di domande sulla cultura digitale e su quella analogica prendendo in considerazione, in particolare, l'ambito dell'educazione e dell'insegnamento. 

                Quello che mi piace di questo corso è la presa in carico sia degli aspetti positivi sia di quelli negativi della cultura digitale ... anche se, e qui lo ammetto, per ora, a livello di frequenza, non ho trovato alcun elemento a sfavore. 

                Mi sono soffermata a pensare sulla facilità o non facilità di leggere un libro in formato digitale su una qualsiasi piattaforma. Probabilmente appartengo (già?) alla famiglia dei Digital Immigrants (per maggior informazioni leggete questo pdf) perché mi risulta molto più facile leggere un documento cartaceo, che devo ben analizzare e studiare, piuttosto che uno digitale. Mi sono accorta che il mio problema risiede nella concentrazione ... penso, però, nella mia concentrazione e non tanto su quella presunta che il mezzo dovrebbe influenzare. Oppure non è così? 

                Per trovare una risposta ai miei dubbi, ho deciso di leggermi le opinioni di Umberto Eco

                PENSIERI E OPINIONI
                Secondo Umberto Eco si prevede un periodo di diarchia tra lettura su schermo e lettura su carta. Anche se, come emerge dal titolo di una delle sue ultime opere, Non sperate di liberarvi dei libri.


                Vorrei però riportare alcune osservazioni sulla differenza tra libri da consultare e libri da leggere. Se i primi occupano molto spazio e potranno essere sostituiti da quelli digitali, i secondi presentano maggiori difficoltà in questa forma di rimediazione, in quanto:
                1. sono fatti per essere presi in mano in un qualsiasi spazio e in un qualsiasi momento, ovvero anche in assenza di spine elettriche e di batterie scariche;
                2. possono essere sottolineati e "pasticciati" in vario modo (e il non averli pasticciati, spesso, significa che non li abbiamo ancora letti);
                3. noi possiamo tenere la testa e la schiena (soprattutto per me) come vogliamo quando leggiamo un libro;
                4. il libro è un miracolo di una tecnologia eterna assieme alla ruota, il coltello, il cucchiaio, il martello, la pentola e la bicicletta. Come dice Eco "L'umanità è andata avanti per secoli leggendo e scrivendo prima su pietre, poi su tavolette, poi su rotoli, ma era una fatica improba. Quando ha scoperto che si potevano rilegare tra loro dei fogli, anche se ancora manoscritti, ha dato un sospiro di sollievo. E non potrà mai più rinunciare a questo strumento meraviglioso. La forma-libro è determinata dalla nostra anatomia". Il libri sopravvivranno alla versione digitale come la pittura con la fotografia, questa con il cinema e questa ancora con la televisione. E qui aggiungo io personalmente il commento che i testi di questi media diventano "altro";
                5. i libri sopravvivono in buona salute, mentre del supporto digitale non siamo ancora sicuri (si pensi da un lato all'uso che si faceva una decina di anni fa dei floppy disk e dall'altro all'esistenza di pergamene di duemila anni fa)
                Eco è consapevole che la tecnologia dei formati digitali (su qualsiasi piattaforma) sia un qualcosa di estremamente positivo a livello di facilità di consultazione, di leggerezza, di comodità visiva ed ecc., ma c'è sempre un ma. Ed è quel ma che dipende esclusivamente dai gusti personali. Il gusto di Eco è il seguente:

                "Inoltre c'è una bella differenza tra toccare e sfogliare un libro fresco e odoroso di stampa e tenere in mano una chiavetta. Oppure tra ricuperare in cantina un testo di tanti anni fa che reca le nostre sottolineature e le nostre note a margine, facendoci rivivere antiche emozioni, e rileggere la stessa opera, in Times New Roman corpo 12, sullo schermo del computer. [...] 
                E se poi usciranno dalle librerie e vivranno solo su Kindle o IPad i libri usa e getta, i best sellers da leggere in treno, gli orari ferroviari o le raccolte di barzellette su Totti o sui carabinieri, tanto meglio, tutta carta risparmiata.


                Insomma è un ma sfumato anche da quella fragilità che proviene dall'incertezza su cosa potrà accadere ... in altre parole, forse è ancora troppo presto per emettere sentenze:


                Di fronte alla fragilità di Internet di cui, sia chiaro, mi dichiaro utente devoto, e che tra poco conterrà tutti i libri del mondo, ma dove i siti scompaiono da un giorno all'altro e basta un temporale per cancellare tutto, il libro rimane come garanzia di permanenza, vorrei dire di eternità - e sopravvive ai roghi.

                Condivisibile o meno, io ammetto di i) avere difficoltà oculari e di postura, ii) avere meno concentrazione e iii) di stampare spesso quanto scrivo per meglio comprenderlo. 


                I link utilizzati per questo mio post sono i seguenti:

                sabato 16 febbraio 2013

                16 febbraio, classifica settimana 3 - 9 febbraio: in Italia si scrive!

                Dando una prima lettura ai movimenti delle classifiche, mi pare che ci sia un buon movimento in Italia, mentre negli altri paesi (anche se prendo in considerazione solo le prime tre posizioni) sono in fase "pause".

                IN ITALIA
                Tutto Libri (a cura di Luciano Genta) - dati Nielsen BookScan - presentano la seguente graduatoria:
                1. Vendetta di sangue, Smith, Longanesi; 
                2. Fai bei sogni, Gramellini, Longanesi.
                3. Ogni angelo è tremendo, Tamaro, Bompiani;
                4. Gli onori di casa, Giménez Bartlett, Sellerio; 
                5. Entra nella mia vita, Sanchez, Garzanti;
                6. Cocaina, AA.VV., Einaudi;
                7. Il tuttomio, Camilleri, Mondadori; 
                8. Le tre minestre, Vitali, Mondadori;
                9. Diario di una schiappa. Si salvi chi può, Kinney, Il Castoro;
                10. L’ex avvocato, Grisham, Mondadori.
                Ci sono due grandi novità in classifica, Cocaina e Le tre minestre

                Il primo è una raccolta di racconti scritti da Carlotto, Carofiglio e De Cataldo, tutti aventi come denominatore comune la cocaina nella società. 
                Il secondo è la nuova uscita editoriale di Vitali che, secondo Luciano Genta, "conferma il discusso trend «book & food».

                In classifica si afferma pienamente Smith e Gramellini.

                NEWS DAL MONDO
                A livello americano (Publishersweekly), cambia molto la situazione con:
                1. American Sniper: The Autobiography of the Most Lethal Sniper in U.S. Military History di Chris Kyle, Scott McEwen Jim DeFelice (William Morrow & Co, 20.23 $);
                2. Betrayal: A Novel di  Danielle Steel - Delacorte Press (Kindle Edition);
                3. Proof of Heaven: A Neurosurgeon's Journey Into the Afterlife di Eben Alexander (Simon & Schuster, $15.99).
                Il testo di Eben Alexander ritorna nella terzina dopo una settimana, mentre è particolare l'uscita di American Sniper, scritto a tre mani e molto dettagliato nella sua forma.

                Per l'Inghilterra (Bookseller), rimane invariato tutto tranne la seconda posizione con mangono invariate le prime due posizioni, mentre cambia la terza:
                1. The fast diet. The secret of Intermittent Fasting. Lose Weight, Stay Healthy, Live Longer di Michael Mosley e Mimi Spencer (Short Books Ltd);
                2. Private n. 1 Suspect di James Patterson (Cornerstone);
                3. Whatching the Dark di Peter Robinson (Hodder & Stoughton).
                In Francia, con Livreshbdo, tutto invariato, solo un leggero cambiamento di posizioni: prima e terza occupate dalle sfumature erotiche, mentre la seconda cambia nuovamente con Dans mes yeux di Johnny Hallyday e Amanda Sthers.

                Se giri il quadro e togli il fondo come ho fatto io, vedrai come ti diverti


                E alla fine, in caduta, lieve: questo giorno è passato.
                (p. 289)

                La storia è di per se semplice. E’ una giornata non lavorativa … di quelle giornate in cui ti sei fissato due o tre appuntamenti che te la riempiono ben benino al punto che sei soddisfatto anche di essere occupato di Sabato.

                Ma non tutti i “sabati” sono gli stessi, spesso possono essere imprevedibili.

                Sabato è un romanzo del 2005 di Ian McEwan.
                Mi correggo, Sabato è un bellissimo romanzo del 2005 di un bravissimo Ian McEwan.

                Partita di squash, prove del figlio Theo, comprare pesce per la cena, festeggiamenti per il ritorno di Daisy e, eventualmente, sesso con mia moglie. Questa, idealmente, è la lista delle attività del sabato del protagonista. Non sarà, però, proprio così.

                Il 15 febbraio 2003 (che casualità -?-), Henry Perowne, 48enne affermato neurochirurgo, mentre si dirige verso la palestra per una partita di squash, s’imbatte prima in una manifestazione contro la guerra in Iraq e per evitarla prende una strettoia. Si cambia una strada e le combinazioni statistiche delle azioni che noi facciamo e subiamo si ricombinano. Succede che Perowne spezza lo specchietto retrovisore di una vettura, da cui scendono tre tipi poco raccomandabili che lo insultano e gli chiedono dei soldi. Inizialmente Perowne pensa di sbrigarsela in fretta e di andarsene al più presto e invece no … diventano aggressivi, soprattutto Baxter, uno di loro.

                L’intreccio si infittisce perché da una situazione esterna globale (la manifestazione contro l’Iraq), si arriva a una che è più intima e interessa direttamente il protagonista. Non solo comincia a temere i malviventi, ma coglie in questa situazione ormai pericolosa un elemento di possibile salvezza. Vede in Baxter i sintomi di una sindrome neurodegenerativa che lui conosce molto bene. Glielo dice, ma nulla da fare. Inizia la "scazzottonata". 

                Anche se riceve un pugno nello stomaco, Perowne riesce a fuggire e a dirigersi verso la palestra dove continua a pensare all’incidente. C’è qualcosa che non torna, in questo sabato. Pranza, compra del pesce per la cena e va alle prove del figlio. Torna a casa e ancora qualcosa non torna. Come può essere così fragile la vita? Poteva non finire bene per Perowne? Nulla è sotto controllo?

                Man mano che si svuotavano mensole e cassetti e si riempivano scatoloni e sacchi, Henry si accorse che in realtà nessuno possiede niente. Si riduce tutto a un noleggio, o a un prestito. Le nostre cose ci sopravviveranno, saremo noi a lasciarle, alla fine.
                (p. 284)

                Arriva la figlia Daisy, appena tornata da Parigi, e per ultima arriva Rosalind, la moglie. Bene. Ci sono quasi tutti … c'è anche Theo e il nonno .. ma ... la giornata non è ancora finita. All'improvviso arriva Baxter con un complice armato di coltelli che intimidisce tutti e ordina a Daisy di spogliarsi … e, dopo, le ordina di leggere una sua poesia. Daisy leggerà un passo di Dover Beach. Non è una sua poesia, ma un passo del poeta inglese Matthew Arnold, che colpisce emotivamente Baxter, disarmandolo. Cosa è successo a Baxter? Perché viene così colpito da questa poesia?

                Secondo Perowne la vera ragione dell’aggressività risiede nella sua malattia e se Baxter non fosse troppo ignorante potrebbe curarsi e diventare una brava persona. Il complice di Baxter scappa, Baxter viene immobilizzato da Perowne, aiutato dal figlio. Baxter cade dalle scale, perde i sensi, è ricoverato all'ospedale dove Perowne lo opera.
                Tutto avviene narrativamente molto velocemente. Poche pagine. 

                Operazione riuscita con successo. Perowne conclude il suo sabato. Felice. Una doccia calda, il sesso con sua moglie.
                Sono tutti salvi. 
                E’ salvo. 
                E’ sereno.

                Questo è il misero destino segnato, registrare lo slittamento infinitesimale, il semplice errore di ripetizione a livello di codice del suo essere, del suo genotipo, moderna variante dell’anima, e ritrovarsi costretto al destino …
                (p. 289)

                Anche perché bisogna ricordarsi che ...
                You can be happy if you dare
                (p. 180)

                IAN MCEWAN
                Sabato
                Einaudi
                2009
                (11,50 euro)

                giovedì 14 febbraio 2013

                L'uomo e il suo sistema di pensiero: l'umanità sopravvive solo nell'alterità


                Vorrei prendere in considerazione, per questo post settimanale, la prefazione a Se questo è un uomo di Primo Levi. Mi è capitato di riprendere questo libro non solo perché è passato da poco il giorno della memoria (27 gennaio), giorno in cui si commemorano le vittime del nazismo, dell'Olocausto e di coloro che sono stati perseguitati, ma anche perché ho un'allieva che sta preparando un lavoro audiovisivo su questo tema e per prepararlo stiamo rileggendo alcuni passaggi. 


                Trovo la prefazione estremamente sistematico.

                Per mia fortuna, sono stato deportato ad Auschwitz solo nel 1944, e cioè dopo che il governo tedesco, causa la crescente scarsità di mano d’opera, aveva stabilito di allungare la vita media dei prigionieri da eliminarsi, concedendo sensibili miglioramenti nel tenor di vita e sospendendo temporaneamente le uccisioni ad arbitrio dei singoli.

                Il termine "fortuna" è molto utilizzato nel testo di Levi. Con questo esordio è come se l'autore tenesse sottotono ogni definizione di poetica, lavorando per sottrazione (si noti, come qui sotto riportato, il "non aggiunge nulla") e con un certo gusto di ironia (“quale persona deportata dovrebbe sentirsi fortunato?”).

                Perciò questo mio libro, in fatto di particolari atroci, non aggiunge nulla a quanto è ormai noto ai lettori di tutto il mondo sull'inquietante argomento dei campi di distruzione. Esso non è stato scritto allo scopo di formulare nuovi capi di accusa; potrà piuttosto fornire documenti per uno studio pacato di alcuni aspetti dell’animo umano. A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che “ogni straniero è nemico”. Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati, e non sta all'origine di un sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora, al termine della catena, sta il Lager. Esso è il prodotto di una concezione del mondo portata alle sue conseguenze con rigorosa coerenza: finché la concezione sussiste, le conseguenze ci minacciano. La storia dei campi di distruzione dovrebbe venire intesa da tutti come un sinistro segnale di pericolo.

                In questo suo lavoro e in base alla sua poetica, pertanto, i fatti atroci non vengono esplicitamente resi, anche se il loro rumore si sente, e non aggiungono molto a quanto "generalmente" si sa sull'argomento. L'obiettivo non è quello di aggiungere un'altra accusa, bensì è molto più "atroce": documentare la rigorosa coerenza e il sistema di pensiero dell'animo umano che, in un perfetto sillogismo dettato da un'infezione, porta l'uomo a diventare non-uomo

                Seguendo una certa psicologia razionale, Levi presenta il suo punto di vista che va oltre alla morale, per entrare nel mondo dell’etica in cui si deve seguire un certo percorso, se si vuole raggiungere una certa meta. Vuole rendere conto di quanto è successo, perché vuole mostrare l'atroce razionalità e sistematicità dei nazisti

                Tutto è partito da un semplice sillogismo, "Ogni straniero è nemico", che poi si è diramato come un'infezione in tutto il sistema ... fino a diventare un sistema di pensiero. Comprendete l'attualità di questo passaggio? 

                Mi rendo conto e chiedo venia dei difetti strutturali del libro. Se non di fatto, come intenzione e come concezione esso è nato già fin dai giorni di Lager. Il bisogno di raccontare agli “altri”, di fare gli “altri” partecipi, aveva assunto fra noi, prima della liberazione e dopo, il carattere di un impulso immediato e violento, tanto da rivaleggiare con gli altri bisogni elementari: il libro è stato scritto per soddisfare a questo bisogno; in primo luogo quindi a scopo di liberazione interiore. Di qui il suo carattere frammentario: i capitoli sono stati scritti non in successione logica, ma per ordine di urgenza. Il lavoro di raccordo e di fusione è stato svolto su piano ed è posteriore.

                Lo scrivere è testimonianza sofferta: non c’è nulla da fare, si scrive perché ci si deve liberare da un tormento interiore. La documentazione, il mostrare gli effetti della xenofobia, il meditare sul comportamento dell’uomo sono strumenti per liberarsi dall'ossessione. 

                E si badi bene, non si scrive mai a se stessi, ma sempre verso un tu. Un tu che, in una maniera o nell'altra, ci rende e ci permette di rimanere umani

                Mi pare superfluo aggiungere che nessuno dei fatti è inventato. 

                Con una nota di ironia, si chiude la prefazione. Non è un libro facile, perché in parte incomprensibile. Il problema non risiede nella tecnica narrativa o nel rimaneggiamento che l’autore ha attuato nello strutturare il testo, bensì nel comprendere un qualcosa che è stato, nella sua atroce razionalità, una contraddizione umana

                mercoledì 13 febbraio 2013

                Intervista ai miei due nipoti

                Tra una giocata con le Barbie e una suonata al piano, ho provato a sottoporre ai miei nipoti alcune domande. Ecco a voi, dunque, una bella intervista doppia.

                Vi piace leggere?
                S: Sì, abbastanza.
                I: Sì, molto. 

                Quale genere preferite? Romanzi di avventura, fumetti, storie "romantiche", racconti di storia oppure di fantasia? 
                S: Mi piace un po' tutto. Quelli di storia, quelli di fantasia ... l'importante è che il libro sia bello. Altrimenti, smetto di leggerlo. 
                I: Tutti.

                Quale è il vostro ultimo libro letto? Ti è piaciuto?
                S: Il Piccolo Principe. Sì, molto. E' stato un regalo ... è carina la storia. 
                I: Nonno Tano. Quello che mi hai regalato tu. Ma lo sto ancora leggendo. 

                Cosa apprezzate di più in un libro?
                S: Mi sento soddisfatto quando termino un libro ... e dopo mi immagino la storia letta.
                I: Anche io mi sento molto soddisfatta quando finisco il libro. E' un'impresa!

                Parliamo del momento della lettura. Dove e quando, solitamente, leggete?
                S: Leggo nel letto, prima di andare a dormire per circa mezz'ora. Durante il giorno non tanto perché ho tanti compiti e ho lo sport. 
                I: Anche io leggo nel letto, prima di andare a dormire. Poi mia mamma dice "Basta potete spegnere" e allora noi spegniamo. Ci sono volte che abbiamo sonno e spegniamo prima, altre, invece, che mamma va di sotto e noi teniamo ancora la luce accesa.  

                Pensate ai tutti libri letti, quale è il vostro preferito?
                S: Mi è piaciuto tantissimo il libro sulla Gabbianella e il Gatto. Vorrei vedere il cartone! 
                I: Mi è piaciuto quello di Aladdin ...bello il finale, da favola :)

                Avete una libreria? 
                S e I: Sì, ne abbiamo due. Una in camera fatta a zig zag (è carina) e un'altra proprio qui in mansarda fatta con le casse. Quella in camera contiene i libri che leggiamo un po' più spesso, mentre quella di sopra ci sono fumetti di mamma. 

                I vostri genitori leggono?
                S: Sì, penso di sì. 
                I: Sì, mamma tanto. Ma tanto tanto. 

                Perché leggete?
                S: Un po' perché mamma me lo dice, un po' perché mi piace. Ad esempio Il Piccolo Principe è bello!
                I: Perché mi piace. 

                (P.S. Ringrazio i miei due intervistati che si sono resi disponibili e hanno risposto sinceramente ... tra una risata e l'altra)

                lunedì 11 febbraio 2013

                Questione di diritti d'autore e punti di vista

                Parlando nei post precedenti di diritto d’autore, ho trovato questo post interessante (Booksblog) da cui io vi riporto le osservazioni essenziali. 

                Il 5 dicembre dello scorso anno, la Federazione Europea degli Editori si chiedeva:

                Dobbiamo temere il peggio? È una domanda pertinente, specialmente considerando i legami e la quasi familiarità esistenti tra alcuni potenti gruppi di interesse privati anti copyright e alcuni dipartimenti e direttorati della Commissione. Per sgombrare il campo da equivoci : il messaggio che traspare è che il diritto d’autore è il nemico dei consumatori e del loro desiderio di accedere alla cultura. Questa non è solo l’opinione di pochi soggetti marginalizzati in Europa.

                Questa domanda sorgeva spontanea a partire dall’iniziativa di José Manuel Barroso e della Commissione Europea di dibattere sul diritto d’autore.La Federazione Europea degli Editori pertanto, ponendo in primo piano la relazione tra diritto d’autore e quello dell’opera di un genio e considerando il cambiamento tecnologico, portò avanti principalmente due istanze:
                1. 1. il diritto degli autori di avere un giusto compenso per l’utilizzo fatto delle loro opere;
                2. 2. l’accesso pubblico a prodotti culturali.
                Riporto, inoltre, una citazione della petizione della Federazione (tratta sempre dal sito):

                ogni giorno, meccanismi che rendono possibile finanziare la creatività vengono contestati in nome della libera concorrenza; ogni giorno, si denigra il pagamento dei diritti privati. Insomma, tutte le fonti di introito degli autori sono minacciate e attaccate.

                L’autore del post (Roberto Russo) infine si chiede “La petizione, secondo me, mette bene in chiaro una questione: chi beneficia, alla fine, di tutto questa confusione sui diritti d’autore per quel che riguarda gli eBook? A beneficio di chi? Non certo dei creatori stessi, la cui situazione generale diventa sempre più precaria in molti paesi! E nemmeno dei consumatori, il cui accesso alle opere non è facilitato dalla messa in discussione dei diritti d’autore e per cui il costo per l’acquisto di apparecchi digitali non è certo ridotto in alcun modo abbassando i pagamenti agli autori!”.


                Già che siamo nell'argomento, vi propongo un ulteriore punto di vista, quello di un libraio. Il riferimento al post lo trovate qui. In sostanza quello che l’autore del post, ovvero il libraio Ciccio Rigoli di Ultima Books (vendita ebook), sostiene una più che condivisibile opinione sui DRM.

                Rivolgendosi a editori, agenti e scrittori, rivendica il fatto che con questa tecnologia stia perdendo tempo e denaro. I motivi sono i seguenti:
                • tempo e denaro per spiegare ai lettori e alle lettrici di una certa età il meccanismo di autorizzazione del loro e-reader oppure spiegare il motivo per i quale si deve scaricare un altro programma e dare tutti i propri dati ad Adobe per poter autorizzare il computer e quindi acquisire la licenza per scaricare il libro che ha regolarmente pagato:
                • tempo e denaro per un riaccredito a un cliente che ha sbagliato a scaricare il libro e quindi non riesce a leggerlo oppure l’ha scaricato per più di 5 volte e quindi non lo può più scaricare;
                • tempo e denaro quando un possessore di tablet Android decide di non comprare mai più un ebook perché ha perso un sacco di tempo a scaricare un libro con Aldiko Reader;
                • tempo e denaro quando deve rispondere alla seguente domanda “Ma posso leggere questo libro sul mio Kindle?” e la risposta è la seguente “Purtroppo no, i libri in ePub oppure PDF con DRM non possono essere convertiti e quindi letti su Kindle”. E’ probabile che da allora in poi quella stessa persona comprerà per comodità soltanto su Amazon;
                • tempo e denaro quando un cliente, dopo aver provato a scaricare e non esserci riuscito, cerca il libro gratuitamente su qualche sito pirata e scopre che magari gli conviene non dover spendere soldi per qualcosa che potrebbe avere gratuitamente e in maniera più semplice.
                Vi riporto, infine, l’immagine che fornisce il libraio a proposito dei DRM

                Vi ricordate la pubblicità dei cancelli elettrici, quella che girava fino a qualche anno fa? Quella con il leone? Quella del cancello in mezzo al deserto? Bene, il vostro DRM è come quel cancello in mezzo al deserto: se uno ha la chiave, passa dal cancello, ma tutti gli altri possono passare tranquillamente dai lati. Spero che abbiate apprezzato la sottile metafora.

                sabato 9 febbraio 2013

                9 febbraio, classifica settimana 27 gennaio - 2 febbraio: new entries!


                C'è un generale cambiamento nelle classifiche con l'entrata di nuove proposte e l'uscita, unica eccezione è però la Francia, delle sfumature della James. 


                IN ITALIA
                Tutto Libri (a cura di Luciano Genta) - dati Nielsen BookScan - presentano la seguente graduatoria:
                1. Vendetta di sangue, Smith, Longanesi; 
                2. Ogni angelo è tremendo, Tamaro, Bompiani;
                3. Gli onori di casa, Giménez Bartlett, Sellerio; 
                4. Entra nella mia vita, Sanchez, Garzanti;
                5. Il tuttomio, Camilleri, Mondadori; 
                6. Diario di una schiappa. Si salvi chi può, Kinney, Il Castoro;
                7. Italiani di domani, Severgnini, Rizzoli;
                8. L’ex avvocato, Grisham, Mondadori;
                9. Limonov, Carrère, Adelphi;
                10. Fai bei sogni, Gramellini, Longanesi.
                Analizziamo con attenzione le nuove entrate. In prima posizione lo storyteller Wilbur Smith, mentre in seconda la Susanna Tamaro con Ogni angelo è tremendo. E' un libro che, in effetti, ho visto un po' in tutte le vetrine delle librerie. Luciano Genta scrive:

                l’autobiografica ragazza Tamaro: non vendetta ma perdono per genitori davvero tremendi (ricco filone di resoconti famigliari in libreria: da Geologia di un padre di Magrelli, Einaudi, allo strepitoso La forza delle cose di Stille jr., Garzanti).  

                Seguono due new entry in classifica, ovvero Beppe Severgnini con Italiani di domani (chi segue la sua rubrica su Corriere della Sera e su Sette, capisce il tema generalissimo ma sempre ben analizzato dal giornalista) e Emmanuel Carrère con Limonov (la sinossi la trovate qui). Quest'ultimo mi incuriosisce molto!


                NEWS DAL MONDO
                A livello americano (Publishersweekly), cambia molto la situazione con:
                1. The Legend of Zelda: Hyrule Historia di Shigeru Miyamoto (Author), Eiji Aonuma (Author), Patrick Thorpe (Editor), Akira Himekawa (Author) - Dark Horse, $34.99;
                2. Until the End of Time: A Novel di Danielle Steel - Delacorte Press (Kindle Edition); 
                3. Betrayal: A Novel di  Danielle Steel - Delacorte Press (Kindle Edition). 
                Questa storia del Kindle Edition deve essere approfondita perché mi incuriosisce...il secondo testo di Stell è appena uscito, mentre quello alla terza posizione risale al 2012. Una strategia editoriale/commerciale?

                Per l'Inghilterra (Bookseller), rimangono invariate le prime due posizioni, mentre cambia la terza:
                1. The fast diet. The secret of Intermittent Fasting. Lose Weight, Stay Healthy, Live Longer di Michael Mosley e Mimi Spencer (Short Books Ltd);
                2. The Hairy Dieters: How to Love Food and Lose Weight (Paperback) di Hairy Bikers;
                3. The Great Comic Relief Bake Off: 13 Easy Recipes Perfect for a Bake Sale (Comic Relief 2013) - Paperback. 
                In Francia, con Livreshbdo, tutto invariato, solo un leggero cambiamento di posizioni: prima e terza occupate dalle sfumature erotiche, mentre la seconda da Cet instant-là di Douglas Kennedy.

                Infine, l'Internazionale pronome le seguenti selezioni:
                • Andrea Gillies, Bugie bianche
                • Antoine Volodine, Scrittori;
                • Hugo Pratt, Wheeling (fumetti); 
                • P.D. James, Morte a Pemberley;
                • Sanjay Patel, Ramayana. Il divino inganno;
                • Zeruya Shalev, Quel che resta della vita.
                Segnalo infine una proposta che mi ha incuriosito molto (tratta dall'Internazionale - Goffredo Fofi). Si tratta del libro di Thomas Bernhard Goethe muore (Adelphi, 112 pagine, 11 euro). La sinossi la trovate qui.

                Ribadisco la mia curiosità ... che sia un'Adelphi addicted!

                venerdì 8 febbraio 2013

                Amore e Psiche: amare per credere?

                Ho trovato questo libro a Torino in una libreria vicino alla stazione Porta Nuova ... costo 5 euro, fattura e rilegatura molto bella! Si tratta di Amore e Psiche di Apuleio

                Premesse
                Come ho già scritto in questo mio post (Apuleio, Boezio e Cassiodoro), Apuleio è una personalità molto interessante con una cifra stilistica caratterizzata dalla curiositas. Questo lo si vede ad esempio nel suo testo più noto, Le metamorfosi ovvero L’asino d’oro

                Si tratta di un’opera di notevole ampiezza, dove si narrano le avventure di Lucio, un giovane scholasticus bramoso di conoscere e sperimentare i segreti dell’arte magica che, in seguito a un incantesimo sbagliato, si trasforma in asino. Imprigionato nel corpo animalesco attraversa ogni sorta di peripezie e di travagli, finché il benigno intervento di una divinità, l’egizia Iside, non lo restituisce alla forma umana; riconoscente egli si consacra per sempre al culto della dea. Nel corso della vicenda principale si inseriscono numerose storie secondarie, secondo la tecnica del racconto ad incastro.

                Il motivo della metamorfosi animalesca risale alle più remote tradizioni orali e preletterarie delle civiltà antiche, diramandosi tanto nel patrimonio favolistico-popolare quanto nella produzione letteraria colta, da Omero (l’episodio di Circe nell’Odissea) alla poesia ellenistica delle Metamorfosi di Ovidio per comparire anche in una novella magico-folclorica del Satyricon di Petronio.

                Amore e Psiche
                All'interno del gioco narrativo degli incastri si "innesta" la storia di Amore e Psiche (IV libro) che, come il Somnium Scipionis (qui) per il De Repubblica, potrebbe essere considerata un testo autonomo. 

                Restano tuttora avvolte nel mistero le origini del mito di Amore e Psiche, ma il suo posizionamento centrale suggerisce al lettore che, probabilmente, si tratta di un testo chiave per l'intera opera. 

                Si provi a pensare a un parallelismo tra le vicende di Lucio e quelle di Psiche: anche Lucio, come Psiche, è stato sedotto dalla curiositas e dovrà affrontare un faticoso pellegrinaggio, ma Iside lo libererà come Amore libera Psiche. Anch'egli dovrà scendere nell'Ade, e il frutto della sua mistica unione con Iside sarà l’inexplicabilis voluptas. Voluptas è la figlia di Psiche e di Amore, un piacere che non è possibile svelare.

                La storia
                Psiche è una bellissima fanciulla che non riesce a trovare marito. E' talmente bella che tutti la chiamano Venere. Naturalmente questa diventa gelosa e manda suo figlio Eros per farla innamorare dell'uomo più brutto e avaro. 

                Succede, però, che è proprio Eros a innamorarsi di lei e, per nasconderla a sua madre, la conduce al suo palazzo incontrandosi rigorosamente di notte e al buio. Una notte, su suggerimento delle sorelle, Psiche decide di voler vedere il suo amato: situazione drammatica sorge perché Psiche ustiona Eros con la lampada gocciolante d'olio. Eros fugge e Psiche rimane sola e straziata dal dolore

                Decide di consegnarsi a Venere e questa la sottopone a diverse prove (suddividere granaglie, raccogliere la lana d'oro e, dopo, dell'acqua da una sorgente), l'ultima delle quali è la più difficile: discendere negli Inferi e chiedere alla dea Proserpina un po' della sua bellezza. 

                Riesce nel tentativo di raccogliere in un'ampolla la bellezza di Proserpina, ma lungo la strada del ritorno, mossa dalla curiositas, Psiche la apre. Non vi trova la bellezza, ma un sonno profondo dal quale verrà salvata proprio da Eros.

                Sarà, infine, Giove ad aiutare il ricongiungimento di Psiche ed Eros. Dal loro unione, come già detto, nasce la voluptas. 

                Passaggi 
                Riporto qui di seguito l’incipit e un passo tratto dalla novella di Psiche (la sua trasformazione)

                At ego tibi sermone isto Milesio varias fabulas conseram auresque tuas benivolas lepido susurro permulceam -- modo si papyrum Aegyptiam argutia Nilotici calami inscriptam non spreveris inspicere --, figuras fortunasque hominum in alias imagines conversas et in se rursus mutuo nexu refectas ut mireris. Exordior. "Quis ille?" Paucis accipe. Hymettos Attica et Isthmos Ephyrea et Taenaros Spartiatica, glebae felices aeternum libris felicioribus conditae, mea vetus prosapia est; ibi linguam Atthidem primis pueritiae stipendiis merui. Mox in urbe Latia advena studiorum Quiritium indigenam sermonem aerumnabili labore nullo magistro praeeunte aggressus excolui. En ecce praefamur veniam, siquid exotici ac forensis sermonis rudis locutor offendero. Iam haec equidem ipsa vocis immutatio desultoriae scientiae stilo quem accessimus respondet. Fabulam Graecanicam incipimus. Lector intende: laetaberis.” (I, 1)

                [Eccomi a raccontarti, o lettore, storie d'ogni genere, sul tipo di quelle milesie e a stuzzicarti le orecchie con ammiccanti parole, solo che tu vorrai posare lo sguardo su queste pagine scritte con un'arguzia tutta alessandrina. E avrai di che sbalordire sentendomi dire di uomini che han preso altre fogge e mutato l'essere loro e poi son ritornati di nuovo come erano prima. Dunque, comincio. Certo che tu ti chiederai io chi sia; ebbene te lo dirò in due parole: le regioni dell'Imetto, nell'Attica, l'Istmo di Corinto e il promontorio del Tenaro nei pressi di Sparta sono terre fortunate celebrate in opere più fortunate ancora. Di lì, anticamente, discese la mia famiglia; lì, da fanciullo, appresi i primi rudimenti della lingua attica, poi, emigrato nella città del Lazio, io che ero del tutto digiuno della parlata locale, dovetti impararla senza l'aiuto di alcun maestro, con incredibile fatica. Perciò devi scusarmi se da rozzo parlatore qual sono, mi sfuggirà qualche barbarismo o qualche espressione triviale. Del resto questa varietà del mio linguaggio ben si adatta alle storie bizzarre che ho deciso di raccontarti. Incomincio con una storiella alla greca. Stammi a sentire, lettore, ti divertirai.]

                Tali verborum incendio flammata viscera sororis prorsus ardentis deserentes ipsae protinus tanti mali confinium sibi etiam eximie metuentes flatus alitis impulsu solito porrectae super scopulum ilico pernici se fuga proripiunt statimque conscensis navibus abeunt.
                At Psyche relicta sola, nisi quod infestis Furiis agitata sola non est aestu pelagi simile maerendo fluctuat, et quamvis statuto consilio et obstinato animo iam tamen facinori manus admovens adhuc incerta consilii titubat multisque calamitatis suae distrahitur affectibus. Festinat differt, audet trepidat, diffidit irascitur et, quod est ultimum, in eodem corpore odit bestiam, diligit maritum. Vespera tamen iam noctem trahente praecipiti festinatione nefarii sceleris instruit apparatum. Nox aderat et maritus aderat primisque Veneris proeliis velitatus in altum soporem descenderat.” (v, 21)

                [Con queste parole di fuoco infiammarono l'animo della sorella che gli divampava, poi la lasciarono in asso temendo esse stesse di restare più oltre sul luogo di tanto misfatto e fattesi portare in alto fino alla rupe dal solito soffio di vento, via di gran corsa fino alle navi per poi fuggire lontano. Ma Psiche, rimasta sola, anche se sola non era perché tormentata da Furie ostili, si sentiva turbata e sconvolta come un mare in tempesta e benché risoluta e ferma nel suo proposito, benché già sul punto di consumare il misfatto, provava una certa esitazione e nella sua sventura era combattuta da sentimenti diversi. Ora voleva affrettarsi, ora differiva l'azione, voleva osare e aveva paura, disperava e a un tempo ardeva dalla collera, insomma odiava la bestia e amava il marito che erano un essere solo. Tuttavia mentre scendevano le prime ombre della sera, trepidante e in gran fretta ella dispose ogni cosa per il delitto. Venne la notte e giunse anche lo sposo che, dopo essersi un po' cimentato in qualche schermaglia amorosa, cadde in un sonno profondo]

                Perché mi piace questa storia
                Mi piace il modo di approcciarsi di Apuleio e mi piace il gioco narrativo che è riuscito a strutturare per questo testo. In Lucio ritroviamo l'autore e probabilmente anche il lettore.

                Inoltre, mi piace perché può essere considerata sia una fiaba, sia un mito.
                Come fiaba, intrattiene il lettore attraverso le peripezie dei personaggi e delle divinità; come mito, ha una sua funzione educatrice in quanto, in un certo senso, sia Lucio sia Psiche espiano le loro colpe attraverso una conversione "religiosa" o, comunque, un credo.

                Dopotutto, non si crede anche in Amore?

                APULEIO
                Amore e Psiche
                Fògola (La Torre d'Avorio)
                1990
                (38.000 lire, pagato 5,00 euro - un testo, dal punto di vista tipografico ed editoriale, perfetto)

                Oggi, si va a teatro!

                Quante volte avete letto un certo testo solo perché questo era classificato come "quello più noto", "quello più pubblicizzato" oppure "uno dei capolavori" di un certo autore?

                Ecco, a me è capitato con Riccardo III. Insomma, di Shakespeare ho letto le maggiori tragedie e commedie, ma ho sempre lasciato in secondo piano il Riccardo III perché pensavo che ormai avevo letto le cose più importanti dell'autore inglese ... e, invece, no!!! Mi sbagliavo enormemente. 

                Vi propongo, dunque, l'incipit al dramma The Life and Death of King Richard III, l'ultima delle quattro opere teatrali cominciata con l'Enrico VI - parte 1, parte 2 e parte 3

                Now is the winter of our discontent
                Made glorious summer by this sun of York;
                And all the clouds that lour'd upon our house
                In the deep bosom of the ocean buried.

                (Ormai l'inverno del nostro rovello/ s'è tramutato in fulgida estate sotto questo sole di York;/ e tutte le nuvole che gravavano minacciose sulla nostra casa/ sono state sepolte nel profondo grembo dell'oceano.)

                E' un ottimo attacco. Pare anche profetico nell'uso della congiunzione temporale (now), poi ripetuta successivamente, e nella contrapposizione tra inverno ed estate
                Nel testo inglese, a differenza di quello tradotto, si percepisce l'omofonia tra sun e son che porta con se un significato specifico. Edoardo IV, il nuovo re, era figlio di Richard, duca di York, uno dei rami della dinastia dei Plantageneti. Nella concezione elisabettiana dell'universo e della società, il sovrano corrispondeva al sole nel sistema planetario. 
                Se ci fermiamo, a questo punto, l'impressione suggerita da questi versi è positiva e solare ... come se fosse ormai arrivata la quiete dopo la tempesta

                Now are our brows bound with victorious wreaths;
                Our bruised arms hung up for monuments;
                Our stern alarums changed to merry meetings,
                Our dreadful marches to delightful measures.

                (Ora le nostre tempie s'inghirlandano delle fronde della vittoria/ le nostre armi ammaccate si appendono come trofei,/ alle veglie agiate subentrano ameni festini,/ alle marce massacranti, voluttuose cadenze di danza.)

                Non c'è solo quiete nell'anima, ma tutto si è acquietato, incluse le battaglie e le guerre. E' tempo di merry meetings e di delightful measures.

                Grim-visaged war hath smooth'd his wrinkled front;
                And now, instead of mounting barded steeds
                To fright the souls of fearful adversaries,
                He capers nimbly in a lady's chamber
                To the lascivious pleasing of a lute.

                (La guerra dalle truci fattezze ha spianato la fronte rugosa/ ed ora, invece d'inforcare il destriero corazzato/ e d'atterrire il cuore di nemici sgomenti, volteggia agile nelle camere delle dame/ al ritmo lascivo d'un liuto.)

                But I, that am not shaped for sportive tricks,
                Nor made to court an amorous looking-glass;
                I, that am rudely stamp'd, and want love's majesty
                To strut before a wanton ambling nymph;
                I, that am curtail'd of this fair proportion,
                Cheated of feature by dissembling nature,
                Deformed, unfinish'd, sent before my time
                Into this breathing world, scarce half made up,
                And that so lamely and unfashionable
                That dogs bark at me as I halt by them;
                Why, I, in this weak piping time of peace,
                Have no delight to pass away the time,
                Unless to spy my shadow in the sun
                And descant on mine own deformity:
                And therefore, since I cannot prove a lover,
                To entertain these fair well-spoken days,
                I am determined to prove a villain
                And hate the idle pleasures of these days.

                (Ma io, che non sono formato per i sollazzi d'amore, né tagliato per contemplarmi compiaciuto in uno specchio; io, che sono rozzamente foggiato e manco di fascino seducente,/ per pavoneggiarmi dinanzi a una sculettante ninfa; io che una perfida natura ha defraudato d'ogni armonia di tratti/ e d'ogni lineamento aggraziato, mandandomi anzitempo deforme e incompleto/ in questo mondo di vivi, solo per metà mezzo abbozzato/ e talmente claudicante e goffo/ che i cani mi abbaiano quando gli passo arraccando; ebbene, io in questa zufolante stagione di pace/ non conosco altro piacere, per ingannare il tempo,/ che sbirciare la mia ombra al sole/ e intonar variazioni sulla mia deformità:/ visto perciò che non posso fare il galante,/ ho deciso di fare il furfante/ e di odiare gli oziosi piaceri del giorno d'oggi)

                E' la mia parte preferita. Riccardo III si presenta come un antieroe: lui (si noti la presa in carico della propria posizione con la ripetizione di "I") non è il solito principe elegante e cortese che si compiace in uno specchio, bensì è "I, that am rudely stamp'd, and want love's majesty". E' un uomo rozzamente foggiato, consapevole di questa sua caratteristica. Non può amare e l'unico modo per passare il tempo parrebbe essere quello di to spy my shadow in the sun

                Ma ecco che proprio da questa consapevolezza nasce l'idea di poter e voler fare altro: to prove a villain.

                Plots have I laid, inductions dangerous,
                By drunken prophecies, libels and dreams,
                To set my brother Clarence and the king
                In deadly hate the one against the other:
                And if King Edward be as true and just
                As I am subtle, false and treacherous,
                This day should Clarence closely be mew'd up,
                About a prophecy, which says that 'G'
                Of Edward's heirs the murderer shall be.
                Dive, thoughts, down to my soul: here
                Clarence comes.

                (Ho tramato complotti d’ogni genere/ ho iniettato negli animi il veleno/ con profezie, calunnie, fantasie,/ per seminar mortale inimicizia/ tra mio fratello Clarenza ed il re;/ e se re Edoardo è uomo giusto e retto/ com’io son furbo, falso e traditore,/ proprio oggi Clarenza/ dovrebb’essere preso e imprigionato/ in virtù d’una certa profezia/ secondo cui gli eredi di Edoardo/ saranno assassinati da una “G”/ Tuttavia, pensieri, in fondo al mio cuore:/ ecco che viene Clarence)

                L'iniziale G indica "George" il nome del Duca di Clarenza, fratello di Riccardo. 
                Da questo punto in poi c'è qualcosa che stona rispetto all'attacco solare e pacifico: Riccardo III non è più tanto il nostro anti eroe, bensì un complottore e un omicida. Questo cambiamento, giustificato dal fatto che Shakespeare deve poetare la storia del malvagio Riccardo III, però continuerà a portare con se un aspetto della personalità del protagonista fino alla fine dei suoi giorni: la sua solitudine.

                WILLIAM SHAKESPEARE
                Riccardo III in Opere Scelte
                Mondadori
                2001
                (acquistato a 1 euro)