giovedì 7 febbraio 2013

I libri e la scuola: andiamo oltre allo studio?

Stavo cercando un testo di Shakespeare (La Bisbetica Domata) nella mia libreria, quando mi imbatto in un testo francese molto sottile, Le professeur de distractions di Lorris Murail, regalo della mia professoressa di francese delle medie. E' stata veramente gentile; ricordo che diede un testo a me e ad altre due mie compagne della classe. Era come un premio per aver ottenuto dei buoni punteggi alla fine del ciclo della scuola media inferiore ... naturalmente in francese!

A questo punto, mi sorge una domanda: ma quali e quanti libri i miei nipoti leggono o ricevono a scuola? Ovvero in quale modalità i miei nipoti entrano in contatto con i libri grazie al canale della scuola?

Cerchiamo di elencare le diverse opzioni:
  1. naturalmente ci sono i libri comprati dai genitori e portati a scuola. Sono i libri di testo, spesso sussidiari o antologie che seguono un percorso didattico tale per cui si ottiene l'apprendimento di una tale regola e la sua applicazione. Naturalmente, tale apprendimento deve essere di natura razionale: ovvero deve essere compreso, per poi essere utilizzato in un successivo momento;
  2. accanto ai libri di testo, ci possono essere tutte quelle applicazioni (cd, link a siti web) che fanno da corollario interattivo del testo (elemento centrale della rete);
  3. i libri di lettura. Solitamente la professoressa di Italiano sceglie un libro di lettura da seguire e analizzare lungo il corso delle lezioni dell'anno scolastico e, accanto a questo, sceglie anche i libri di lettura per le vacanze estive. In entrambe i casi si tratta di libri preconfezionati dagli editori per essere didattici: contengono domande, esercizi, pagine di approfondimento. Possono essere o re-interpretazioni dei classici (re-interpretazioni = taglio e accorciamento del contenuto) oppure storie di natura educativa, a livello sociale, storico e culturale, scritte ad hoc per la scuola. Le prime sono opere di re-interpretazione, le secondo sono delle opere prime;
  4. i libri delle biblioteche. Ho scritto biblioteche al plurale per un motivo specifico: non c'è mai un'unica biblioteca, bensì ce ne sono tante. Partiamo dalla biblioteca più "esterna": la biblioteca comunale con il suo reparto dedicato ai giovani, ma anche con i reparti tematici consoni. Sarebbe una buona cosa che le biblioteche fossero munite di spazi ad hoc per la lettura da parte dei ragazzi e che, magari, ci potesse essere anche uno spazio ludico (la cui presenza non deve interrompere il silenzio del luogo). A seguire, c'è la biblioteca della scuola: ora, io non so voi, ma la mia si trovava in uno stanzino (a mo di sgabuzzino) impolverato e buio. Ci sarò andata una o due volte, ma solo perché la professoressa ci voleva far vedere dove questa si trovasse. In terza posizione, la biblioteca della classe: mi ricordo che la mia professoressa ci aveva chiesto di portare un libro da casa e di creare, tutti assieme, una biblioteca con i libri che avremmo portato. Chi voleva leggere un libro compilava una scheda, foderava il libro e, una volta riportato a scuola, lo restituiva con una scheda di analisi. Bella idea, no?
  5. ultima annotazione, i libri regalati. Io penso che il gesto della mia professoressa di francese sia stato veramente caro: senza farsi vedere troppo dagli altri miei compagni, evitando dunque il crearsi di un clima celebrativo che avrebbe, invece, messo in ombra altri alunni, lei carinamente ci ha fatto intendere che avevamo fatto un buon lavoro e per questo ci meritavamo un pensiero da parte sua. Semplicemente un libro. Un caro libro.
So certamente che i libri che leggono i miei nipoti sono libri sia suggeriti dalla professoressa, sia presi in biblioteca, quella comunale. Chissà a scuola ... devo chiederglielo :)

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