martedì 26 febbraio 2013

Noi siamo come leggiamo (?) - parte I

Ho letto questo articolo (Is Google Making Us Stupid?, scritto da Nicholas Carr) e vorrei riportarvi alcune osservazioni facendo riferimento alla questione della lettura on line. 

I'm not thinking the way I used to think
Giustamente l'autore propone alcuni suoi dubbi sulla modalità di pensiero e su come questa è mutata con l'avvento del web. Scrive: 

I'm not thinking the way I used to think. I can feel it most strongly when I'm reading. Immersing myself in a book or a lengthy article used to be easy. My mind would get caught up in the narrative or the turns of the argument, and I’d spend hours strolling through long stretches of prose. That’s rarely the case anymore.

Il livello di concentrazione spesso cala dopo due o tre pagine: si diventa più irritabili, si perde il filo e, quando inizia questo stato emotivo, spesso si salta a fare qualcosa d'altro sul web. E' come se la lettura profonda che si possedeva con i testi cartacei, non possa essere applicata nei testi digitali. 

I can't read War and Peace anymore
Ora, questo non significa demonizzare il web. Tutt'altro. Significa porre un'attenta riflessione su quali sono gli effetti del web sul nostro modo di pensare

Le ricerche on line, l'interconnessione con più persone e la velocità delle comunicazioni sono solo in parte gli effetti positivi, ma: 

The more they use the Web, the more they have to fight to stay focused on long pieces of writing.
[...]
I can’t read War and Peace  anymore,” he admitted. “I’ve lost the ability to do that. Even a blog post of more than three or four paragraphs is too much to absorb. I skim it.”

I media e il modo di pensare e la forma di letturialità
Il fatto è che bisogna ricordarsi che i media non sono solo passivi canali di informazioni, bensì suppliscono a una serie azioni fisiche e non fisiche, tra cui anche il pensare: in un certo senso condividono il processo del pensare. Ecco perché coloro che leggono testi digitali, non lo fanno nel modo tradizionale. Ci sono nuove forme di letturialità

Si tratta di una letturialità che muta sia quantitativamente sia qualitativamente:
  • quantitativamente, noi leggiamo di più rispetto a quanto si faceva negli anni '70 e '80;
  • qualitativamente, noi abbiamo acquisito un certo livello di efficienza e di immediatezza con il web e, come contro altare, siamo più distratti e meno concentrati. 

Ma non è che leggendo on line, noi diventiamo "meno lettori" e "più decodificatori"? 


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