lunedì 18 febbraio 2013

Questione di opinioni: ebook o non ebook ... o meglio, libri cartacei o digitali?

Sto seguendo un corso a distanza su E-learning and Digital Culture (Coursera) e mi sto ponendo una serie di domande sulla cultura digitale e su quella analogica prendendo in considerazione, in particolare, l'ambito dell'educazione e dell'insegnamento. 

Quello che mi piace di questo corso è la presa in carico sia degli aspetti positivi sia di quelli negativi della cultura digitale ... anche se, e qui lo ammetto, per ora, a livello di frequenza, non ho trovato alcun elemento a sfavore. 

Mi sono soffermata a pensare sulla facilità o non facilità di leggere un libro in formato digitale su una qualsiasi piattaforma. Probabilmente appartengo (già?) alla famiglia dei Digital Immigrants (per maggior informazioni leggete questo pdf) perché mi risulta molto più facile leggere un documento cartaceo, che devo ben analizzare e studiare, piuttosto che uno digitale. Mi sono accorta che il mio problema risiede nella concentrazione ... penso, però, nella mia concentrazione e non tanto su quella presunta che il mezzo dovrebbe influenzare. Oppure non è così? 

Per trovare una risposta ai miei dubbi, ho deciso di leggermi le opinioni di Umberto Eco

PENSIERI E OPINIONI
Secondo Umberto Eco si prevede un periodo di diarchia tra lettura su schermo e lettura su carta. Anche se, come emerge dal titolo di una delle sue ultime opere, Non sperate di liberarvi dei libri.


Vorrei però riportare alcune osservazioni sulla differenza tra libri da consultare e libri da leggere. Se i primi occupano molto spazio e potranno essere sostituiti da quelli digitali, i secondi presentano maggiori difficoltà in questa forma di rimediazione, in quanto:
  1. sono fatti per essere presi in mano in un qualsiasi spazio e in un qualsiasi momento, ovvero anche in assenza di spine elettriche e di batterie scariche;
  2. possono essere sottolineati e "pasticciati" in vario modo (e il non averli pasticciati, spesso, significa che non li abbiamo ancora letti);
  3. noi possiamo tenere la testa e la schiena (soprattutto per me) come vogliamo quando leggiamo un libro;
  4. il libro è un miracolo di una tecnologia eterna assieme alla ruota, il coltello, il cucchiaio, il martello, la pentola e la bicicletta. Come dice Eco "L'umanità è andata avanti per secoli leggendo e scrivendo prima su pietre, poi su tavolette, poi su rotoli, ma era una fatica improba. Quando ha scoperto che si potevano rilegare tra loro dei fogli, anche se ancora manoscritti, ha dato un sospiro di sollievo. E non potrà mai più rinunciare a questo strumento meraviglioso. La forma-libro è determinata dalla nostra anatomia". Il libri sopravvivranno alla versione digitale come la pittura con la fotografia, questa con il cinema e questa ancora con la televisione. E qui aggiungo io personalmente il commento che i testi di questi media diventano "altro";
  5. i libri sopravvivono in buona salute, mentre del supporto digitale non siamo ancora sicuri (si pensi da un lato all'uso che si faceva una decina di anni fa dei floppy disk e dall'altro all'esistenza di pergamene di duemila anni fa)
Eco è consapevole che la tecnologia dei formati digitali (su qualsiasi piattaforma) sia un qualcosa di estremamente positivo a livello di facilità di consultazione, di leggerezza, di comodità visiva ed ecc., ma c'è sempre un ma. Ed è quel ma che dipende esclusivamente dai gusti personali. Il gusto di Eco è il seguente:

"Inoltre c'è una bella differenza tra toccare e sfogliare un libro fresco e odoroso di stampa e tenere in mano una chiavetta. Oppure tra ricuperare in cantina un testo di tanti anni fa che reca le nostre sottolineature e le nostre note a margine, facendoci rivivere antiche emozioni, e rileggere la stessa opera, in Times New Roman corpo 12, sullo schermo del computer. [...] 
E se poi usciranno dalle librerie e vivranno solo su Kindle o IPad i libri usa e getta, i best sellers da leggere in treno, gli orari ferroviari o le raccolte di barzellette su Totti o sui carabinieri, tanto meglio, tutta carta risparmiata.


Insomma è un ma sfumato anche da quella fragilità che proviene dall'incertezza su cosa potrà accadere ... in altre parole, forse è ancora troppo presto per emettere sentenze:


Di fronte alla fragilità di Internet di cui, sia chiaro, mi dichiaro utente devoto, e che tra poco conterrà tutti i libri del mondo, ma dove i siti scompaiono da un giorno all'altro e basta un temporale per cancellare tutto, il libro rimane come garanzia di permanenza, vorrei dire di eternità - e sopravvive ai roghi.

Condivisibile o meno, io ammetto di i) avere difficoltà oculari e di postura, ii) avere meno concentrazione e iii) di stampare spesso quanto scrivo per meglio comprenderlo. 


I link utilizzati per questo mio post sono i seguenti:

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