Anche quando si baciarono, lo intuì piuttosto che vedere il cedimento, quella specie di caduco di due visi l'uno contro l'altro; si torse con violenza le mani come una donna gelosa...
E in quel movimento, le sfuggì una busta che cadde a terra. Ebbe paura e la raccolse in fretta, ma nello stesso istante si vergognò di quel suo timore: perché? Sempre a tremare come una bambina? Non era degna di essere una donna. E quei due? Si baciavano ancora? Non avevano ancora straccato le labbra ... Una sorta di vertigine si impadronì di lei, un bisogno selvaggio di commetter una bravata, di compiere una cattiveria. Serrando i denti, prese tutte le buste, le accartocciò tra le mani, le strappò e le gettò tutte insieme nella Senna. Per un lungo momento, con il cuore in gola, le guardò fluttuare contro l'arcata del ponte. Finché il vento le trascinò nell'acqua.
(p. 90)
Lo ammetto, l'ho scelto perché mi piaceva il colore della copertina, il nome dell'autrice e anche il titolo del libro ... per non parlare poi del prezzo, 0,99 euro. Si tratta di Il ballo di Irène Némirovsky. Bella scelta, non ottima, ma bella scelta.
Prima di tutto vorrei sottolineare due elementi che ho trovato veramente convincenti. Il primo è legato alla grafica di impaginazione della copertina: scegliere per ciascun autore un determinato colore è molto apprezzabile. Il secondo all'ottima presentazione dell'autrice e del libro a cura Maria Nadotti. L'ho letta con estremo piacere ed è stata molto esaustiva in termini di informazioni e di riferimenti biografici legati alla poetica dell'autrice.
Viene, infatti, presa in considerazione la sua vita personale e l'importanza delle figure parentali da un lato e del popolo ebraico dall'altro.
Fondamentale è la figura della madre: rivale e nemica, ma nello stesso tempo anche stereotipo della "donna a tempo pieno" (madre, moglie, amante, mantenuta) cui la figlia si contrappone con rivalità e disamore. Il padre, invece, viene spietatamente tratteggiato dall'autrice come un uomo distante che, lavorando sodo, è riuscito a conquistarsi una certa posizione sociale grazie ai denari accumulati. Fa di tutto per essere accettato dalla nuova classe sociale e affinché la sua amata moglie, l'unica donna che veramente lo capisce, possa esserne felice.
Il testo di Il ballo è godibile e leggibile in una serata. Si vive direttamente in prima persona la frustrazione della piccola, seppur quasi donna, Antoinette all'interno di una famiglia che lei non riconosce più. E' come se il cambiamento di "status sociale" abbia indotto automaticamente un cambiamento nel sistema di relazioni della famiglia per cui ora la priorità risiede nel frequentare le persone che contano. Ed ecco spiegato il motivo del ballo a cui, però, non parteciperà nessuno perché Antoinette, come per vendetta, getterà gli inviti nella Senna. Tutti gli inviti, tranne quello della sua maestra di piano, unica partecipante.
Tremenda la conclusione in cui Antoinette si avvicina alla madre, triste per l'accaduto:
Era l'attimo, l'istante impercettibile in cui si incrociavano "sul cammino della vita": una stava per spiccare il volo, l'altra per sprofondare nell'ombra. Ma non lo sapevano. Eppure Antoinette ripeté piano: "Povera mamma ..."
(p. 124)
IL BALLO
Irène Némirovsky
Newton Compton Editori
2013
(0,99 euro)
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