Quando ho avuto l'idea di questa rubrica (Incipitamus), il primo incipit che mi venne in mente in assoluto fu quello di Oscar Wilde nella prefazione a The Picture of Dorian Gray.
Non ho alcun dubbio, passano gli anni, si sfogliano e si leggono tanti libri, ma c'è una pagina che ti rimarrà sempre impressa nella mente, come la meglio scritta in assoluto. Mi ricordo perfettamente quella pagina (qui a fianco nella foto) ed esattamente la prima frase:
The artist is the creator of beautiful things.
In una Londra dalle mille sfumature
Storicamente ci troviamo in un momento in cui alcuni artisti riflettono nei loro scritti un senso di frustrazione e incertezza nei confronti del materialismo e del ristretto codice morale della borghesia. Siamo nell'epoca vittoriana, in un periodo in cui tutto e tutti hanno a che fare con gli effetti delle rivoluzioni industriali e dell'imperialismo coloniale.
Tra i fumi grigi delle vaporiere, per le vie della periferia di Londra che sanno di coke e vicino ai focolari delle dimore borghesi, emerge una sfumatura edonistica e ironica, a tratti persino gotica. Sto parlando di Oscar Wilde.
The artist is the creator of
beautiful things.
To reveal
art and conceal the artist is art’s aim.
The critic is he who
can translate into another manner or a new material his impression of beautiful
things.
The highest as the lowest form of criticism is
a mode of autobiography.
Those who find ugly
meanings in beautiful things are corrupt without being charming. This is a
fault.
Those who find beautiful meanings in
beautiful thinks are the cultivated. For these there is hope.
They are the
elect to whom beautiful
things only mean Beauty.
There is no such thing as a moral or
an immoral book. Books are well written, or badly written. That is all.
Scritto in tono aforistico, questa prefazione porta in
evidenza il punto di vista dell'artista che, nella continua ispirazione ab-soluta
(cioè sciolta da ogni legame) verso la Bellezza, quasi deve rimanere nascosto
perché la sua vita si sublima completamente nell'atto artistico del creare. Ecco
perché sono pochi gli eletti che sanno seguire la Bellezza.
Inoltre, l'arte è assolutamente autonoma e non si prefigge
scopi morali, anzi, tendendo solo alla Bellezza, è assolutamente inutile sul
piano sociale.
Morale e moralità
[...]
The moral
life of a man forms part of the subject-matter of the artist, but the morality
of art consists in the perfect use of an imperfect medium.
No artist
desires to prove anything. Even things that are true can be proved.
No artist
has ethical sympathies. An ethical sympathy in an artist is an unpardonable
mannerism of style.
L'età vittoriana (della regina Vittoria, 1837 - 1901) era un'età fondamentalmente bigotta caratterizzata da grandi compromessi. Probabilmente perché erano afflitti da un elevato numero di problemi sociali (l'aumento della popolazione, il cambiamento urbano, ecc.), si ricordano i vittoriani come grandi moralizzatori, alla stregua dei puritani. "To work hard" era il motto di quell'epoca in cui il progresso materiale emergeva proprio dal dovere piuttosto che dalle inclinazioni personali.
Ma non tutti la pensavano così e soprattutto alcuni di loro cominciavano a chiedersi: "This successful industry of England, which its plethoric wealth, has as yet made nobody rich; it is an enchanted wealth, and belongs yet nobody. We might ask, Which of us has it enriched?" (T. Carlyle, Past and Present).
Si tratta di una riflessione attualissima che trova nei pensieri di Wilde una prospettiva di fuga. Andare oltre al buon costume e all'essere conformi a una certa regola ... cercare di essere forse un po' superficiali per mantenere una certa e pura autonomia:
All art is
at once surface and symbol.
Those who
go beneath the surface do so at their peril.
Those who
read the symbol do so at their peril.
It is the
spectator, and not life, that art really mirrors.
Diversity
of opinion about a work of art shows that the work is new, complex, and vital.
When
critics disagree the artists is in accord with himself.
We can
forgive a man for making a useful thing as long as he does not admire it. The
only excuse for making a useless thing is that one admires it intensely.
All art is
quite useless.
E voi cosa ne pensate? Vi sentite liberi di esprimervi artisticamente?
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